Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con il fondatore di una ormai nota e ambiziosa piattaforma, legata al mondo dell’editoria esordiente e professionale. Naturalmente, stiamo parlando di Abel Wakaam e della sua Writer Officina. Autore di numerosi romanzi di genere misto, con particolare attenzione per il Thriller, Abel ci ha parlato del suo approccio alla scrittura, affrontando, con sguardo risoluto, il rovente argomento dell’autopublishing e KDP. Ecco cosa ci siamo detti.
Prima di addentrarci nei suoi progetti, le chiediamo: chi è oggi Abel Wakaam?
Un folle, credo. Un impagliatore di sogni che non si arrende all’evidenza. Probabilmente un ricercatore di quel tipo di emozioni che non sono più di moda, ma proprio per questo mantengono un profumo inusuale. Più semplicemente potrei dire che sono un trafficante di parole, un esploratore dell’anima, che si diverte a tessere trame in cui perdersi, tenendo per mano i lettori.
La nostra attenzione verso i suoi progetti ci porta ad addentrarci nel mondo dell’editoria amatoriale e professionale. In particolare, nello sviluppo di nuove piattaforme, di pari passo al moderno linguaggio di costruzione e promozione di un manoscritto. Dove si colloca il suo progetto e cosa crede che sia l’editoria esordiente nel 2021?
Esiste ancora l’editoria professionale? Davvero c’è qualcuno che si illude di inviare un manoscritto a qualcuno che lo prenderà in seria considerazione, senza chiedergli in cambio un obolo di sudditanza? Preferisco credere che un autore possa trovare il coraggio di essere “padrone di sè stesso” e scegliersi autonomamente la strada da percorrere.
Writer Officina è un progetto che ha attirato la nostra attenzione, come quella di tantissimi esordienti e professionisti del settore. Uno strumento, a nostro parere, necessario e voluto fortemente da chi, alle prime armi, si trova smarrito dinanzi ad un sistema complesso come quello della promozione. Cosa si ripropone di fare Writer Officina e fin dove progetta di spingerla entro i prossimi anni?
Writer Officina esiste semplicemente perché non c’era una piattaforma che promuovesse gli autori emergenti in modo totalmente gratuito. Non c’è mai stata. E la credibilità del progetto è arrivata dai numerosi autori di successo che hanno accettato di essere intervistati, proprio per condividere la loro esperienza con chi si affaccia spaurito al mondo della letteratura. Il concetto su cui si basa Writer Officina è lo stesso che mi accompagna da sempre: pensare in grande per non rischiare di rimanere piccoli per sempre. Il risultato è quello che tutti possono vedere. Quel che sarà in un futuro prossimo è ancora da definire. Di certo resterà per sempre una risorsa gratuita e senza alcuna forma di pubblicità.
La menzione a piattaforme come KDP è di dovere, dato che abbiamo parlato di moderna editoria. Sappiamo bene che i nuovi strumenti offerti da Amazon fanno discutere salotti di scrittori, ormai divisi tra il tradizionalismo delle CE e il libero mercato di KDP. Pensa che questo dibattito sia giustificato e necessario, oppure pensa che sia giunto il momento di una svolta totale?
A mio parere, la svolta c’è già stata ed è dovuta alla trasparenza di KDP. Personalmente non concepisco che uno scrittore non possa visionare in tempo reale le proprie vendite e verificare i guadagni che ne derivano, pagati sistematicamente ogni fine del mese. Un altro punto forte di KDP è la velocità. Rapidità di pubblicazione, di stampa e di consegna, che permettono una reale diffusione sul territorio italiano ed estero. La stampa on demand si è rivelata una scelta oculata e vincente. Per quel che mi riguarda, non ci sono altre valide alternative.
Mentre per gli editors? Un passaggio molte volte ignorato dall’autopublisher, a detta di molti.
Gli editor, i grafici, e gli altri fornitori di servizi editoriali rappresentano un legame con la vecchia editoria, quindi sono considerati un fardello e un costo insostenibile per chi si approccia all’autopubblicazione. Per me lo sono di certo, più che altro per la mia avversione verso qualunque forma di contaminazione esterna nei confronti dei miei testi. Preferisco far tutto da solo, così non ci sono altri colpevoli, ma nemmeno meriti da spartire.
Parliamo dei suoi scritti. A conteggio di Writer Officina (ma con necessaria correzione), ha in scaffale ben 13 romanzi d’autore. Ciò lo rende un veterano, in particolare, del Thriller e dell’avventura. Quale è stato il suo approccio iniziale con questo genere e cosa le dà spunto per una storia?
È un conteggio comunque parziale, perché io scrivo molto e spesso, sperimentando tutti i generi possibili. Il genere Thriller è quello che mi appassiona di più, perché mi permette di indagare sugli avvenimenti storici più intriganti. Le mie storie nascono dal nulla, proprio perché è un vuoto da colmare. Altri romanzi sono visibili sul mio sito ufficiale: www.abelwakaam.net
C’è dell’autobiografico nei suoi romanzi o ama far uso di essi per estraniarsi completamente dalla realtà che crea in ogni scritto?
Dico sempre che la verità è una bugia in allestimento, quindi la realtà è un concetto effimero, pronto per essere distorto. È sufficiente un diverso punto di vista per plasmare una differente considerazione dei fatti, quindi non c’è mai nulla di davvero autobiografico nell’intreccio di una trama.
Il suo ultimo romanzo è “The Last Pope”, un giallo che punta il dito al vaticano, facendo di quest’ultimo un teatro di intrighi da risolvere, ma anche una vena polemica verso un sistema?
The last Pope è stata una scommessa, una specie di “prova provata” che si possa scrivere in diretta un giallo in un paio di settimane. Oltre ai miei soliti betareader, ho aperto questa possibilità agli utenti del gruppo “Scrittrici e Scrittori Emergenti”, in modo che potessero seguire in tempo reale la stesura della trama, intervenendo personalmente per segnalarmi il loro parere in ogni momento. Non c’era alcun progetto o schema a monte, e tutto è nato senza premeditazione. Il risultato è da leggere. Una delle prime recensioni su Amazon ha colto perfettamente il senso della storia.
Ha visitato personalmente ogni ambientazione di “The last Pope”? Qualcosa legato ai suoi ricordi?Questa volta no. D’altronde i tempi erano così stretti da precludermi la possibilità di un viaggio itinerante, come faccio di solito prima di raccontare una storia. Ma le esperienze passate, almeno in questi casi, riescono a essere molto di aiuto.
Ha qualche autore che ispira le sue opere? Non solo nell’intreccio, ma anche nello stile di scrittura.
Non leggo, non l’ho mai fatto, né penso di farlo adesso per non lasciarmi indurre nella tentazione di “scimmiottare” qualcuno. Lo so, sono un raccontastorie atipico, ma anche questo deve essere considerato da diversi punti di vista.
Sente che sia cambiato qualcosa dal suo primo romanzo? Quale skill crede di aver sviluppato nel corso degli anni, che sia tangibile nei suoi vari scritti?
Ritengo che, per imparare a scrivere, si debba scrivere, scrivere e continuare a scrivere. Non conosco nessun’altra forma di pratica che possa essere d’aiuto alla stesura di un testo. E The Last Pope ne è un chiaro esempio. È la trasmigrazione di un concetto semplice quanto determinante, e si basa sull’esperienza per dominare i fatti, per caratterizzare i personaggi e comporli in una scena diversa da quanto si possa leggere altrove. In questo caso, oltre l’80% del testo è composto di dialoghi, con cui è il lettore a dare un volto e una fisicità ai personaggi, e non viceversa.
Un’ultima riflessione su cosa potrebbe essere migliorato nel rapporto tra esordienti, come anche in ciò che offre il web per chi vuol crescere e farsi conoscere.
Il problema degli autori esordienti è lo stesso che affligge l’uomo dal momento in cui è sceso dagli alberi . Si chiama: invidia. L’errore più grande è quello di confrontarsi con gli altri, guardandoli dall’alto in basso, rilasciando giudizi con l’intenzione di spegnere la loro luce nella stupida convinzione di far brillare la propria. Quella degli scrittori deve essere una Comunità e non un campo di battaglia, dove si combatte una guerra tra poveri. È il senso di appartenenza ad una specie che può proteggere tutti gli elementi del gruppo. È la capacità di costruire ponti invece di alzare barriere. Lo scopo di Writer Officina è anche questo.
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