Manca poco alla mezzanotte, ma da più di un anno ormai. Il Doomsday clock, l’orologio che indicherebbe quanto manca alla fine del mondo, ossia quanto manca alla perdita del nostro controllo su ciò che abbiamo creato per distruggerci, è ancora fermo ai 90 secondi dello scorso anno. A contribuire a tutto ciò sono sicuramente gli eventi infuocati del 2023 che, con la crisi Ucraina, gli scontri in Palestina e l’elevato numero di catastrofi nel mondo, hanno decretato l’imminente fine dell’umanità. Uno scenario apocalittico che noi stessi abbiamo contribuito a realizzare, in un mondo social ricco di disinformazione e scontri ideologici senza esclusione di colpi.
E poi cosa ci resta di questa terribile realtà? Ovviamente, soltanto la cenere della guerra mediatica all’inutile, combattuta dagli utenti di social ricolmi di rabbia. Intanto il riscaldamento globale incalza e Hamas e Israele tengono il punto del terribile conflitto senza fine. Quindi, che l’orologio sia fermo è quasi un sospiro di sollievo, dato che qualche secondo in meno ce lo siamo più che meritato.
Il Doomsday clock nasce nel 1947, durante la guerra fredda, ad opera di un gruppo scientifico del Bulletin of the Atomic Scientists della Chicago University. L’intento era quello di sensibilizzare la comunità, con un metaforico orologio, sull’imminenza di una possibile apocalisse in un probabile scenario di guerra nucleare. L’orologio, all’epoca, fu impostato alle 23:53, per essere reimpostato ben 23 volte. Ad oggi, restano solo 90 secondi alla fine di tutto.