Cosa succede quando il mondo dell’horror incontra l’universo delle anime? Rischia di essere un flop o la loro associazione può generare qualcosa di spaventosamente terrificante?
Questo potrebbe essere il caso di Another, anime di genere thriller/horror ad alto contenuto splatter e di morti davvero inverosimili. Osannato e criticato, è sicuramente l’anime horror più conosciuto ed è per questo che risulta essere davvero controverso.
Ma cerchiamo di fare un passo indietro.
Tutto inizia 26 anni prima quando, a causa di un incendio, lo studente modello, Misaki Yomiyama, perde la vita. La classe, così come l’intera scuola, turbata dalla morte inaspettata, decide di fingere che egli sia ancora in vita, parte integrante della classe, e meritevole persino di partecipare alla consegna dei diplomi. Da quel momento una strana maledizione colpisce la sezione 3. Kouichi Sakakibara si trasferisce a Tokyo dai nonni e diventa un alunno del liceo Yomiyama, sezione 3, qui inizierà a notare delle cose strane e a vedere una ragazza invisibile a tutta la classe. Ma sarà davvero così? Koichi inizierà così ad indagare su di Mei, sulla sezione 3 e su tutte le morti.
Sarà in grado di spezzare la maledizione? E soprattutto scoprirà l’identità del “ fantasma” ?
L’anime si presenta con una trama alquanto avvincente, degno di un rinomato thriller; tende ad affascinare gli appassionati del genere, crea suspense e riesce a tenerti incollato allo schermo. Gli aspetti cupi dell’anime, molto dark, e la musica sia di sottofondo che di apertura, lo rendono spettrale al punto giusto. Anche la caratterizzazione estetica dei personaggi risulta appropriata, specialmente per la figura di Mei, così misteriosa e taciturna, una perfetta idol gotica. Però, come detto poc’anzi, è considerato un anime controverso per alcuni clichè e per degli errori che ne rendono un po’ pesante, lo scorrimento.
*******Attenzione…Contenuti con possibile Spoiler
Partendo dai vari errori, in primis, la storia ruota intorno al personaggio “in più” della classe, in questo caso la povera Mei, che viene utilizzata dai propri compagni come ripiego del fantasma. La regola è molto semplice, evitare di comunicare con lei. Adesso mi chiedo, come mai nessuno si decide di spiegare tutto al protagonista dall’inizio? Essendo stato lui, con il suo comportamento amichevole ad innescare la maledizione per quella stessa classe? E Mei, che possiede un occhio diverso dall’altro, capace di vedere la presenza, perché non utilizza questo fantastico dono sin dall’inizio, evitando così una mattanza senza senso?
Ovviamente Yukito Ayatsuji utilizza questa preziosa informazione solo alla fine, così da continuare l’arco narrativo perché, diciamocelo, sarebbe finito tutto nei primi episodi. Altro errore è il comportamento dei singoli personaggi, molto passivi nei confronti della storia, vittime si, ma consapevoli della loro condizione.
Che dire, un anime che sicuramente sa incuriosirti ed angosciarti al punto giusto; per gli amanti degli splatter lo consiglio vivamente, per tutte le morti ( anche se inverosimili ) che ne compongono quasi tutti gli episodi. E lo consiglierei anche a chi, con poche pretese sia chiaro, vuole cimentarsi in un genere nuovo, rispetto ai soli anime scolastici a cui siamo abituati. Che ne dite, vi va di provarci?