In un’epoca moderna, in cui il bullismo e l’odio ( ahimè) sono ancora all’ordine del giorno, per di più celati dalla vita “virtuale” con il cyberbullismo o dietro figure autoritarie, sono molti i giovani che ne subiscono le angherie ed il peso, inermi ed indifesi. Questo scenario è stato preso molto più spesso, come tema principale di opere e serie tv (come la serie evento TREDICI), per mostrarne la crudeltà e le molteplici soluzioni. Film d’animazione di qualche anno fa che ne parla in modo autentico è “ Silent Voice – La forma della voce “ del 2016, targato Kyoto Animation ed adattamento anime del manga scritto da Yoshitoki Oima. Film entrato prepotentemente nella classifica generale delle animazioni del Sol Levante, con quote molto alte al botteghino nel 2017, preceduto solo da Your Name, altro film animato di grossa impronta. Anime molto colorato e carico di emozioni, ripercorre la vita dei protagonisti, vittime e carnefici di bullismo, in un vortice di sofferenza e rinascita, sempre alla ricerca della via giusta per la redenzione. La trama segue le vicende scolastiche di Shoya Ishida, bimbo delle elementari, solare e vivace, fulcro della sua combriccola, e di Shoko Mishimiya, bambina sorda trasferitasi nella sua classe. Questo avvenimento, misto alla curiosità innata dei bambini, spingerà in un primo momento Ishida a volerne comprenderne la malattia e successivamente a deriderla, acquisendo il consenso dei suoi amici più cari. Ed è così che inizierà anche il suo declino, più egli si spinge oltre, più sarà difficile scollarsi di dosso la fama, che ben presto lo accompagnerà negli anni avvenire.
Shoko resterà sempre ottimista nonostante tutti i maltrattamenti. La svolta definitiva si avrà quando la madre di Mishimiya, ormai venuta a conoscenza dei soprusi ai quali la piccola è continuamente sottoposta, deciderà di trasferirla in un’altra scuola. Da qui Ishida scoprirà quanto possa far male la solitudine, tutto il suo mondo fragile come un castello di carte, crollerà sotto il peso delle accuse, e sotto l’abbandono di quelli che lui, una volta, chiamava amici. Passano gli anni, Shoya è cresciuto ma la sua fama gli impedisce di relazionarsi con gli altri, tanto da indurlo quasi al suicidio. Cosa gli permetterà di tornare a vivere? Sarà la vicinanza di Shoko, ricercata proprio dal protagonista, a dare un senso a tutto questo? Analizzandone i contenuti risulta essere un’opera davvero ben fatta, centro dell’intero film sarà la difficoltà di esprimersi dei personaggi, per Shoko a causa della malattia mentre per Ishida il logorante senso di colpa che si porta dietro, espresso anche dalle X sui volti di tutti coloro che circondano il protagonista, sinonimo del suo timore nel relazionarsi di nuovo. Un film che procede a piccoli passi ma con tutta la sensibilità che la tematica scelta richiede: sa far riflettere, sa far emozionare ( anche più di una volta ). I personaggi risultano ben elaborati, anche per quanto riguarda la parte grafica; la crescita interiore dei personaggi è il punto cardine, sanno riflettere su se stessi. Ishida più di tutti vive in modo passivo la propria esistenza finchè non si mette indiscussione, così da realizzare un percorso lungo e travagliato verso il perdono. Davvero maturo come film, riesce a richiamare un pubblico vario, dai grandi ai piccini
e a toccare la sensibilità di ognuno di noi, senza pretese. Da vedere assolutamente!